Ho accennato spesso a come Dancing in dreams abbia visto la luce, ma non vi ho mai veramente spiegato come è nata, come è andata, e come ha fatto a passare da quella che era una vera propria schifezza come la versione originale a quella che invece è oggi.
Non che oggi sia meglio XD

Dancing in dreams, che con grande fantasia intitolai nella sua prima versione Il ballo nacque dopo un’estate che mi portava al secondo anno di università e che avevo trascorso tra i libri e la rete, a vagare tra i racconti dedicati ai videogiochi e in particolare a Final Fantasy VIII. In quel periodo, con un solo 56k accanto, mi distraevo rigiocando insieme a mio fratello a FF8, e intanto rivedevo questa scena che decisi poteva essere descritta.

Ci provai, mi parve anche abbastanza carina (orribilezza XDDDDD!), e pensai di spedirla ad un sito di fanfiction per avere un commento, e magari perchè venisse pubblicata.
La webmistress in questione, però, decise che non era un granchè come storia, tutt’altro XDD La smontò del tutto e mi disse che non aveva intenzione di pubblicarla. Nel frattempo, avevo conosciuto un’altra ragazza e messo su un mio sitino su Yahoo, in cui avevo pubblicato questi due capitoli e il primo, primissimo di Il mio cavaliere. Era ovvio che le one-shot non avessero molto visibilità, in quel sito; a parte il fatto che Il mio cavaliere veniva anche aggiornato, concentrava su di sè la maggior parte dei lettori.
Comunque, qualcuno la lesse, una ragazza me la commentò, ma nulla di più.

Fu quando iniziai a riscrivere Il mio cavaliere e scrivere Unfaithful che decisi che una rispolverata e una risistemata anche a queste one-shot poteva tranquillamente essere data. Decisi di iniziare proprio da Il ballo, perchè tra tutti mi sembrava quello più orripilante XD!
Innanzitutto, volevo cercare un punto d’incontro tra le tre parti che volevo fare (Squall, Rinoa, Quistis) che fosse un pochino più approfondito rispetto alla stella cadente. Ricordai questo ‘rito’ che mi raccontò mia zia, che a sua volta l’aveva saputo da mio nonno. Mi sembrò un buon modo anche per ricordare il nonno e pensai che poteva essere una buona partenza.
Stabilii quindi che dovevano anche esprimere lo stesso desiderio, e mi misi al lavoro sulla versione di Squall.

Mi pareva che un ragionamento sui sogni, su come gli altri ne avessero effettivamente bisogno mentre lui riusciva invece a farne a meno, poteva funzionare bene e introdurre quel desiderio in contraddizione con tutto quanto era stato detto prima: ridammi un sogno. In sostanza, Squall si rendeva conto, alla fine, di non essere altro che un essere umano come chiunque e che quindi aveva bisogno di quei sogni, per quanto dicesse il contrario. Il tema della fiducia, poi, è venuto naturalmente all’arrivo di Rinoa. Mi sembrava strano infatti che lui volesse andarsene e poi a lei bastasse sorridere per convincerlo a rimanere; di qui, l’idea che lei gli dicesse qualcosa, qualcosa che fosse in grado di smuoverlo.
Quel qualcosa divenne fidati.

Credo che tutt’ora, non siano molte le persone che hanno capito perchè Squall dica chiaramente che Rinoa non gli piace, ma che la trova diversa. Sono anzi sicura che qualcuno preferisce questa tra le mie storie solo perchè Squall dice di Rinoa non mi piaci, e credo che Caska e Sciapy possano confermarlo XDDDD
La realtà è un’altra. A Squall Rinoa non piace nel senso in cui lei vorrebbe piacergli quando gli cantilena davanti il suo tentativo di ipnotizzarlo. Ma gli piace perchè è diversa. Perchè mentre gli altri arrivano, non ricevono risposta e se ne vanno, lei rimane e continua fino a costringerlo a dire non so ballare. Rinoa gli piace perchè è testarda quanto lui e non le interessa quello che lui ha deciso.
Rinoa gli piace perchè è l’unica, quella sera, a cercare un punto d’incontro.
E se veramente Dancing in dreams viene preferita perchè Squall dice di Rinoa non mi piaci e si ignora tutto il resto, io, bè…..X°°°°°°°D

Scusate, mi ricompongo.

Venne poi il momento di Rinoa.
Mi era già più difficile inquadrare questo personaggio. Immaginai qualcosa di nascosto; qualcosa che Rinoa non amava raccontare. Legai la storia di Seifer, che considerai una semplice cotta, ad un inverno di solitudine che la portava lì al Garden a cercare una stella cadente. Il motivo era semplice; mi pareva che nel gesto di guardare il cielo per una stella ci fosse una certa malinconia, una sorta di tristezza e di nostalgia. Da lì, sviluppai tutto il resto -il problema di Rinoa nell’esporsi totalmente, la paura di essere ferita e quindi la richiesta a Squall di fidarsi di lei, anche se è lei per prima a non fidarsi di se stessa. A volte la fiducia nelle proprie possibilità la si trova solo così.
Da lì anche il paragone tra le due ‘maschere’ di questi personaggi: da una parte, la freddezza di Squall; dall’altra, la spensieratezza di Rinoa. Potevano benissimo essere due modi di fare costruiti ad arte per nascondere la stessa malinconia di fondo, che li accomunava e li avrebbe, in seguito,portati ad innamorarsi l’uno dell’altra.
Mi pareva molto…dolce che la fiducia che lei poteva chiedere al ballo sarebbe arrivata solo per tatte durissime. Mi pareva…realistico. Non so se poi lo è stato.

Ed infine, Quistis.
La parte di Quistis era una parte che non avevo mai pubblicato nemmeno nella sua versione originale. Non mi piaceva, ed era un personaggio che all’inizio non riuscivo ad inquadrare. Solo grazie a delle lunghe chattate su di lei insieme a Sciapy riuscii a vederla in una certa luce.
Prima di tutto, lei non capiva davvero Squall; intuiva quello che avrebbe detto e trattandosi di poche frasi fatte di monosillabi, non era poi quel gran compito XD Trovai che lei si illudesse di capirlo. Che le sembrasse di aver intuito come smuoverlo quando in realtà non stava facendo altro che buttargli addosso i suoi problemi. Per quanto potesse essere apprezzabile il modo in cui voleva smuovere Squall, mi pareva fosse un modo troppo centrato su di sè e troppo poco su di lui per funzionare con una persona così ermeticamente chiusa. Partendo da questa idea, decisi che trovandosi alla festa, Quistis avrebbe osservato Squall che ballava con Rinoa, dopo aver espresso anche lei un desiderio in cui in fondo in fondo non crede.
E mi pareva che potesse essere proprio il sorriso di Rinoa che vuole rassicurare Squall, che potesse essere quanto smuoveva Quistis dal suo desiderio -e illusione- di capire Squall. Quistis non poteva avere fiducia in sè se prima non si rendeva conto che con Squall aveva fallito e che doveva restituirsi finalmente a se stessa.
Volevo che Quistis, durante quel ballo, si rendesse conto dei propri limiti e fallimenti e li accettasse, finalmente. O quantomeno iniziasse a farlo. E si rendesse conto anche che la freddezza di Squall, con le sue poche frasi prevedibili, le facevano da ancora di salvataggio quando falliva con altri studenti. Con Seifer, che era proprio il contrario di Squall, non le era riuscita l’illusione che invece le dava Squall. Quistis doveva capire che se voleva essere un’insegnante, doveva prima smettere di illudersi sulle sue capacità: non capiva Squall, lo prevedeva.
Solo dopo lo capisce davvero.

La parte che mi piace di più di questo racconto è proprio quella di Squall. Le altre, non so, mi pareva di poter fare di meglio.

Stranamente, la parte più letta è invece quella di Quistis.

Chissà perchè…

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