Da Il mio cavaliere : Angoscia

~ Si sedette sulla sabbia, lentamente, sistemandosi Rinoa in grembo; la sentì sussurrare il suo nome nel sonno, come poteva quella combinazione sembrargli sempre così……..magica? Sembrava un incantesimo; il suo nome pronunciato da lei sembrava davvero una magia antica e sempre nuova, per il modo in cui le sue labbra si muovevano per articolare ogni lettera, per la vibrazione delle corde vocali che gli restituiva quella voce così dolce, per il modo in cui la lingua di lei lasciava rotolare su di sè quella serie di suoni. Squall, mormorava lei nel sonno, quando era sveglia, Squall il nome che a volte gridava di rabbia e che a volte si spezzava tra le lacrime, Squall il nome che si infrangeva nei gemiti di piacere che lui le strappava, finalmente; e Squall il nome che pronunciato da Rinoa, sembrava renderlo misteriosamente e indissolubilmente legato a lei.
Se mai magia d’amore poteva esistere, doveva essere un nome pronunciato nel sonno dalla persona che si ama. ~

~ Quel pianto era tutto ciò che l’alba, nella miriade di significati che assumeva per lei quella mattina, poteva avere da lei. Il sole era immenso, perfetto, si lavava nel mare le oscurità della notte; ma lei era umana, incapace di concepire un tale spettacolo. Era piccola, fragile, e poteva solo regalare un pianto gioioso al suo innamorato e al suo nuovo giorno. In che mare avrebbe dovuto bagnarsi, lei, per lavare via tutto quello che si era gettata addosso? In quale modo doveva risorgere dalle acque, una Venere, finalmente, e non un mostro marino che metteva in fuga chiunque amasse?
Era questo che Squall voleva dirle? Chiudere i conti con la notte e l’ombra; lavarsi in un mare blu che si sarebbe tinto della sua luce quando lei avrebbe trovato il coraggio di levarsi al nuovo giorno che la aspettava?
Un nuovo inizio; dopo ogni notte arrivava il giorno. Dopo ogni tunnel, arrivava il cielo. Dopo ogni dolore, arrivava una gioia.
Era questo che le regalava, Squall? ~

~ Poteva esistere un giorno più intenso di quello, in cui era stata sommersa, scaldata e guidata dall’amore che tutti sentivano per lei?
Riaprì gli occhi alle grida felici dei suoi amici, che avevano appena avuto la notizia del suo risveglio; si voltò verso la finestra, osservando il tramonto del sole con lo stesso spirito con cui ne aveva osservato, quella mattina, la nascita. Non c’erano più colori tenui e delicati, che si mescolavano in tavolozze improbabili; c’erano colori di fuoco, appannati appena dal grigiore di un temporale veloce che s’era abbattuto sul Garden quel giorno. Con ogni notte arrivava una mattina, e con ogni mattina una notte; era questo il messaggio della Natura? Una felicità ciclica, che le dava la possibilità di rigenerarsi, di rinascere e purificarsi da errori e colpe, come il sole che sorgeva dal mare al mattino?
All’improvviso, qualcosa attirò la sua attenzione.
Una stella, sembrava; la primissima stella che brillava nonostante il sole si stesse liquefacendo in fuoco dipingendo il cielo di rosso…..anzi, non brillava; pulsava, come il battito di un cuore, facendosi più intensa quando lo sguardo di Rinoa si posò su di lei.
Lei era là sopra.
Ce l’ho fatta…. ~

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