Da Unfaithful : …same old songs, just once more…

~ Il silenzio di una città in guerra che ha appena perduto la libertà potrebbe penetrare con il suo frastuono mille anni.
Deling si riempie dei lamenti dei suoi rimorsi, Timber si chiude nel silenzio della sua dignità ferita.
I passi delle poche persone che camminano per strada schiacciano le foglie secche, bruciate, che il vento ha portato in città. Hanno un suono sinistro, ricordano continuamente che le nostre foreste, le nostre difese, sono state divorate dal fuoco…dal fuoco del potere e dell’ambizione dei generali e colonnelli di Deling City. ~

~ Ma…..qui le ombre non si lamentano, non opprimono le donne con la loro cappa di morte corruzione e rimorso, le donne non hanno bisogno di occhiali scuri per non farsi succhiare la vita, non hanno bisogno di veli per non farsi inzuppare di lacrime, non hanno bisogno di soprabiti per non farsi toccare.
Convivono con le ombre.
Parlano con loro, le guardano negli occhi, si lasciano toccare pur tremando di freddo, si lasciano inzuppare.
Vedono e sentono solo le ombre, e il silenzio di entrambi non è che un segno di rispetto.
Le donne rispettano le ombre e per non disturbare la loro pace -sono liberi, infine- tacciono.
Le ombre rispettano le donne e per non disturbare la loro pace -sono schiave, infine- tacciono. ~

~ La Natura ha cominciato la sua musica, il vento danzava tra le foglie del bosco sacro e restituiva il pianto dei nostri morti che avevano bevuto il sangue della vittima.
Lamenti così diversi da quelli di Deling….non opprimono, non uccidono, ti mettono davanti la realtà: questi morti non si lamentano per se stessi ma per i vivi.
Ricordano.
E’ il loro ultimo atto d’amore per noi….noi li abbiamo lasciati andare, solo loro hanno voluto rimanere…..ora piangono per noi, perché loro non hanno nulla da rimpiangere, non hanno invaso, non hanno ucciso, non hanno stuprato, ma noi, siamo state invase uccise e stuprate e siamo ancora schiave.
I morti piangevano piangevano e piangevano con i loro lamenti silenziosi -se risuonavano nel bosco, foglio bianco, era perché il vento mosso da Ecate aveva deciso di legarli a noi un’ultima volta.
Quella musica è penetrata nel nostro mare accompagnandoci un po’ più a fondo nei nostri abissi.
Nei nostri abissi li abbiamo incontrati.
E allora finalmente anche le nostre lacrime hanno cominciato a scendere. La nostra fluidità si è completata -acqua, sangue e lacrime si sono mischiate dentro di noi e le cagne hanno iniziato ad ululare rispondendo per noi ai lamenti del bosco.
Il rito era compiuto. Ecate ci ha accompagnato nel primo tratto più doloroso della nostra personale discesa -ora ci lascia il tempo di cui abbiamo bisogno e aspetta sul fondo.
………………………….
La più anziana donna di Timber ha allora intinto le dita nel sangue della vittima che ancora era rimasto e lo ha sparso sulle porte della nostra anima -un segno di sangue dal seno all’ombelico, lo squarcio che noi stesse abbiamo aperto…ad Ecate e alla luna, a noi.
Quando ci siamo rialzate, il pianto dei morti per i vivi ci ha accompagnate fino a Timber. ~

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