Da In finding love : Deling I

~ E intanto, la mano di lui vagava lungo il suo fianco e le si fermava di nuovo in grembo.
L’avrebbe fatto, se avesse saputo che pensieri le turbinavano in testa quando sentiva le sue carezze tenere sfiorarla in quel punto?
Non ricordava bene quando aveva iniziato a pensare di avere dei figli da Squall. Era stato anche quello un evolversi naturale dello stare insieme a lui? Le sembrava quasi di aver iniziato a fantasticarci da quella prima mattina in cui le loro mani intrecciate si erano sistemate sul suo grembo e lei aveva sentito quella carezza come sacra.
Una protezione per una vita che avrebbe potuto sbocciare proprio in quel punto, una carezza ad un esserino grande quanto un nocciolino eppure già così amato.
E la sensazione aveva continuato a crescere, poco alla volta, con ogni rito del risveglio che si consumava, con ogni carezza con cui lui cercava di lenire i dolori del suo ciclo, con ogni bacio che le sembrava più delicato quando le sfiorava il grembo.
Lui, che solo pochi giorni prima aveva fatto finta di non sentire la parola ‘figli’, avrebbe continuato a regalarle quell’emozione così calda, se avesse saputo a quali pensieri girava intorno la sua mente?
Forse l’aveva sempre pensato. Forse era stato un suo desiderio fin dall’inizio, nascosto in fondo all’animo con la scusa di essere troppo giovani, troppo fragili, di avere ancora così tanto per pensarci….ma poi le era sembrato che tutto si ingrandisse ad una velocità vertiginosa, da quella prima notte trascorsa insieme; lui che era sembrato non riuscire più a trattenere le parole ‘ti amo’, lui che da allora era sembrato non riuscire più a trattenere le sue emozioni e gliele sussurrava smarrito mentre lei ascoltava il suo cuore tornare a calmarsi.
E più tutto si ingrandiva e lui sembrava perso in quelle emozioni nuove, più lei si sentiva sicura, riusciva a rassicurare lui, e nutriva le sue speranze ad ogni risveglio.
Sapeva che lui aveva paura. Un bambino, un essere così totalmente suo da amarlo senza neppure sapere perché. Ed era un amore incondizionato di cui lui aveva disperato bisogno e disperata paura, che non riusciva a concepire senza l’abbandono che aveva subito, terrorizzato dall’idea di non saper essere un padre perché non aveva un padre come punto di riferimento. ~

~ Quella sera in cui Squall era fuggito camminando spedito e con i pugni serrati, una maschera di durezza sul volto che lei aveva imparato a conoscere sorridente e impregnato d’amore. Quella sera in cui lei lo aveva rincorso, trovandolo a trattenere lacrime di frustrazione e rabbia e dolore sulla terrazza del palazzo; quella sera in cui lui, per la prima volta, si era spogliato delle inibizioni che avevano offuscato la sua passionalità fino ad allora per chiederle, fai l’amore con me.
Formulato come un ordine, ma gentile, semplice e incerto quanto la richiesta di qualcosa di importante, che non si sente di meritare e che tuttavia si desidera così tanto. Non aveva usato giri di parole, non aveva nemmeno cercato di evitarle preferendo comportamenti in cui lei si sarebbe trovata incastrata e incapace di voltarsi indietro; con tutta la sua tenerezza e quasi ingenuità, aveva scelto la frase più diretta e sincera, sussurrata al suo orecchio in un respiro caldo e affrettato, stillante amore e desiderio in ogni sillaba: fai l’amore con me. ~

~ Lei rimase in silenzio per un po’, senza sapere che risposta dargli. Era tutto a posto? Non aveva risolto nulla, in fin dei conti; non sapeva che dire a suo padre e non sapeva se stava tradendo sua madre. Ma mentre fissava la cupola blu che si chiudeva a cerchio sulle loro vite, capì che non doveva sapere assolutamente nulla. Non sapeva decifrare il messaggio delle stelle perché quella sera le stelle non stavano inviandole nessun messaggio. Quella sera il cielo era l’anima immobile, stanca e luccicante di qualcun altro; quella sera non aveva bisogno di sapere come avvicinare suo padre, quella sera non aveva bisogno di sapere come si sentisse sua madre. Quella sera era lei a stabilire il corso della sua vita, e la strada che prima le sembrava univoca ora si allargava in tante piccole viuzze nascoste dagli alberi, anfratti ombrosi che erano tanto più gradevoli che la soleggiata -e calda, e polverosa, e faticosa e lunga- via centrale.
Ma la via centrale scendeva verso il sole. Nell’orizzonte lontano che lei non poteva vedere, la via centrale, grande e maestosa, incontrava il sole e arrivava là dove i colori si liquefacevano, e non esistevano più strade da scegliere e sentieri da ignorare, ma solo lei e le cose che aveva deciso, fatto e detto, e le persone che aveva amato e odiato, e anche quelle che erano passate nella sua vita lasciando solo una breve scia a segno del proprio passaggio. E se voleva scendere lungo quella strada tanto cercata in mezzo alle ombre delle bugie e dei rimpianti, doveva sistemare il passato perché le sue mani non s’allungassero più sul presente.
O forse era questo il messaggio che le stelle avevano vergato nel cielo per lei? ~

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