Da Cocoa

~ Quando l’aveva rivista a Timber, aveva deciso che quegli occhi castani striati di nero e di quel colore rossiccio e meraviglioso, erano simili al cioccolato. Potevano prendere tutte le sfumature possibili, divenire scuri di desiderio come il cioccolato fondente, chiari di gioia come quello al latte, luminosi di magia come quello bianco. Potevano cambiare a seconda dell’umore della loro meravigliosa padrona, a seconda delle sue emozioni e dei suoi desideri. Potevano cambiare anche a seconda delle sensazioni fisiche che lui sapeva provocarle; più passava il tempo e più pensava che l’unica cosa a cui potevano essere lontanamente paragonati gli occhi di Rinoa era proprio il cioccolato. ~

~ Ecco perché non c’era stata biancheria di cui indovinare i ricami a coprirle il seno; la linea che lui aveva inseguito per tutto il giorno si presentava ai suoi occhi incupiti dal desiderio e ora più che mai gli sembrava che fosse valsa la pena aspettare quella lunghissima mezz’ora per vederla così, in un miscuglio di colori nuovo che non avrebbe dimenticato facilmente. Il bianco candido del vestito che indossava era in contrasto così netto con i capelli, tra cui brillava un fermaglio luccicante che era stato lui stesso a regalarle, qualche mese prima. La pelle stessa era diversa, scura sulla schiena, ma ancora lattea sul seno che lui aveva intravisto in quella scollatura. E poi i giochi di ombre che la stoffa vagamente trasparente del vestito creava intorno alle sue forme, e i riflessi che le prime luci della notte regalavano alla sua chioma lucida.
Era….luminosa, Rinoa. ~

~ “Prima, non ti ho detto una cosa….non volevo che…insomma, pensassi che fosse per via del sogno.” Lei sorrise, come per incoraggiarlo a continuare; lui sollevò le loro dita ancora intrecciate, posandole tra loro come se quella fosse la testimonianza della sua sincerità, e continuò, “eri….bellissima in quel vestito -dico davvero,” insistette, vedendola poco convinta, “eri….splendida. Facevi….facevi luce…”
Lei lo ringraziò allungandosi verso di lui per un bacio, e lui si ritrovò di nuovo ad affondare in quegli occhi caldi e profondi che sembravano accarezzarlo ed amarlo, e stregarlo sempre in quella magia d’amore che lei sapeva ricreare anche solo pronunciando il suo nome in quei gemiti che lo avevano accolto, quella sera. Le scostò nuovamente i capelli dal viso, sollevandole il mento per fissarla meglio, e rimase fermo per qualche minuto semplicemente ad osservare il colore di lei che cambiava, e il suo sguardo che prima aveva visto cupo di desiderio e di passione che si intorbidiva, adesso, di qualche lacrima di gioia, e si illuminava di quella felicità così perfetta facendosi più chiaro e striandosi di rossastro -quel colore che non sarebbe mai riuscito a definire, esisteva una parola per quel colore che era solo di Rinoa?
Lei rimase ferma a lasciarsi osservare, fino a quando vinta dalla curiosità chiese, “Squall, cosa guardi…?”
“I tuoi occhi,” sospirò lui, completamente ammaliato da quel cambiamento che avveniva sotto al suo stesso sguardo e che gli sembrava ancora più affascinante e magico in quei momenti che seguivano l’amore.
“I miei occhi?”, sorrise lei, “come mai?”
Doveva dirglielo?
Doveva svelarle che c’era qualcosa che di lei non riusciva a definire, svelarle quella debolezza tenera che lo portava a fissarla negli occhi come un bambino fissa un negozio di giocattoli, doveva dirle che lui amava quel colore di cioccolato, che si striava di latte di gioia, di rosso di tramonto, che si incupiva di desiderio e passione e luccicava di magia?
Era sicuro che significava darle un’altra arma con cui torturarlo ma Hyne, lui amava essere torturato da lei, fare l’amore con lei fino allo stremo delle forze e abbandonarsi nel loro letto -nella loro casa sfinito ma sicuro di essere amato, accettato, voluto.
Al diavolo.
Era libero, no?
“Perché,” rispose finalmente, rovesciandola di nuovo a coricarsi sul letto e salendo sopra di lei piano, “hai gli occhi di cioccolato…” ~

Answer Questions

Votami in Net-Parade