Da Il mio cavaliere : Nostalgia

~ Cristo.
Certo che ti desidero.
Ma ti desidero perché ti amo, Cristo se ti amo, e non voglio solo infilarmi nel tuo letto.
Voglio tutto.
Fare l’amore con te, addormentarmi accanto a te con la ninna nanna del tuo respiro, svegliarmi la mattina dopo al tuo sorriso.
E fare l’amore con te mille e mille e mille altre volte, addormentarmi accanto a te mille e mille e mille altre volte, e svegliarmi mille e mille e mille altre volte al tuo sorriso.
Sempre tu, sempre io, sempre noi. ~

~ Credo di essermi sciolta nel suo abbraccio, nel suo sorriso, nel senso di protezione che riusciva a darmi solo con le parole.
Credo di aver pianto, quella notte, quando ricordai tutto questo e lo sentii mormorare il mio nome.
E tu, dov’eri, allora….puttana?
Dov’eri mentre pensavo tutto questo?
Non ho più bisogno di sognare. Non ho più motivo di combatterti.
Sono amata….. ~

~ Aprì gli occhi osservando il cielo. Quando nei libri scrivevano che il cielo piangeva, era questo che volevano spiegare? C’era come una rabbia dolorosa nel temporale, singhiozzi di agonia che morivano in un tuono improvviso, lontano, una scarica capace di illuminare il cielo a giorno. Aveva paura dei tuoni, ma rimaneva affascinata da loro, dalla luce che sprigionavano, come un tramonto.
Se era questo il pianto del cielo, doveva esserci qualcosa di speciale nelle sue lacrime. Non erano salate, cadevano e impregnavano la terra, la nutrivano e ritornavano in superficie come meravigliosi fiori selvatici.
Quando piangi, è un fiore che stai nutrendo? ~

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