- Dimensioni del testo +

DARK MESSENGER
scritta da Larathia, tradotta da Alessia Heartilly
II. Incontro

Carolin posò i fiori sulle tombe, sistemandoli attentamente in modo che fosse meno probabile che il vento li portasse via, e si chinò per essere al livello della lapide.

Aveva usato il suo potere la prima volta per creare le tombe e le lapidi. Non avrebbe avuto gli strumenti per farlo come andava fatto, altrimenti. Nulla di strano; i nomi, il giorno della morte - dato che non sapeva quando erano nati. Aveva usato la sua magia di Strega per dare forma alla pietra e lucidarla così che riflettesse la luce, come se la roccia grigia fossa incastonata nel vetro. Non usava il suo potere da allora, ma quell'unico uso le aveva insegnato che avevano avuto ragione a dirle di essere molto attenta nell'usare il suo dono di nascita. Aveva dovuto combattere per settimane contro il fare cose stupide e sciocche con la sua magia - il potere cercava di trovare una via d'uscita.

I suoi genitori. Erano passati due anni da quando erano morti per i mostri che circondavano Timber su tutti i lati, sacrificandosi per evitare che lei usasse la sua magia. Quattordici anni non era una buona età per iniziare ad essere completamente indipendenti, ma fino a quel momento ci era riuscita. Suo padre le aveva insegnato tutto quello che sapeva sull'uso dell'arco e della lancia, ricordandole che avrebbe dovuto usare le armi tradizionali se era possibile. E le armi miglioravano la sua mira, il che aveva dei vantaggi di per sé. Non poteva dirsi una cacciatrice - nemmeno alla lontana. Ma poteva uccidere abbastanza conigli e scoiattoli per vivere, e se c'era un vantaggio nel vivere a Timber era che la stagione della riproduzione era molto, molto lunga. La frutta non richiedeva particolari abilità per il raccolto.

Era stato il dono di suo padre per lei - addestrarla solo quanto bastava per sopravvivere. Alla fine poteva arrivare a cacciare di più, ma in quel momento era più di quanto avesse bisogno. Seguì con un dito guantato di stoffa verde il nome di suo padre sulla lapide. Sarebbe stato orgoglioso di lei perché era sopravvissuta, o deluso dal fatto che avesse usato la magia per scavargli la fossa, quando era morto perché lei non la usasse affatto?

Sua madre... Carolin rise piano. Il dono di sua madre era stato un pochino più sottile. Sua madre le aveva detto tutto quello che sapeva sui Cavalieri e sul loro ruolo nel mondo. Aveva immaginato che sua figlia ne avrebbe cercato uno il prima possibile; dopo tutto, molte ragazze di frontiera si sposavano a dodici o tredici anni. I Cavalieri erano l'altra metà del potere di una Strega, aveva detto. Una Strega doveva sempre ascoltare il suo Cavaliere per non essere corrotta dalla sua magia. Per evitare che il Cavaliere la controllasse del tutto, doveva avere il più Cavalieri possibile, così che nessuno fosse troppo potente.

Ah. Se c'era una cosa che Carolin aveva tratto da quella discussione era la sua determinazione ferrea a non avere alcun Cavaliere. Era abbastanza brutto che ci aspettasse che si sposasse. Ma dover sposare molti uomini in rapida successione?

Ma dato che non c'erano Cavalieri a Timber, né Scudieri, tutti e tre avevano concordato che la miglior soluzione possibile fosse che lei evitasse del tutto di usare il potere, così che non potesse corromperla. Non aveva dovuto discutere con loro del fatto di non volere un Cavaliere. Che voleva prima vedere dove sarebbe arrivata da sola, prima di legarsi al destino di un'altra persona - o di molte altre persone, se era per quello.

Carolin si accigliò guardando la lapide. I suoi genitori cosa avrebbero voluto che facesse adesso, con un Cavaliere e i suoi Scudieri a Timber?

Dato che erano molti, e il suo amore non poteva raggiungerli... aveva importanza?

*~*~*~*~*

"Tregua, tregua, dannazione ai tuoi occhi" ansimò Quenlin. Rallentarono il duello di addestramento, inguainando le spade e facendo un inchino. Il respiro di Quenlin era veloce e difficoltoso; il Vecchio Leone probabilmente dopo gli avrebbe fatto una lavata di capo per questo.

Jian si ritrasse, sudando quanto il suo avversario, ma controllando il respiro. "Che problema hai?" chiese, riuscendo a non ansimare.

"Combatti come un demone, questo è il mio problema" boccheggiò Quenlin. "Non fai mai una pausa?"

Jian si guardò intorno. Il Vecchio Leone aveva trasformato gli Scudieri in muratori: costruivano un grosso edificio di legno con un cortile, ed era circondato da una barricata di legno. "E per fare cosa, esattamente?" chiese.

Quenlin sbatté le palpebre come se la risposta fosse ovvia. "Andare in città" disse. "Incontrare ragazze. Socializzare. Ci è permesso farlo, sai. Solo perché il Vecchio Leone non esce non significa che a noi è proibito farlo."

Jian considerò l'idea, poi scosse la testa. "Non c'è niente là fuori" disse. "Timber fondamentalmente è solo un luogo d'incontro per cacciatori e commercianti. Quando non c'è una nave in porto questo posto è praticamente vuoto. Sei troppo abituato alla città dell'Imperatrice, Quenlin."

I capelli castani di Quenlin svolazzarono dietro di lui quando tirò un robusto calcio alla barricata di legno che circondava la casa del Vecchio Leone. I suoi capelli erano l'invidia di tutte le donne; volevano sempre giocarci. Ma lì fuori non gli portavano alcun vantaggio. "Perché ha dovuto venire qui, comunque?" borbottò. "Timber è nulla, amico."

"Penso che sia per questo che è venuto qui, amico mio" disse Jian con un largo sorriso. "Ma puoi sempre andare a chiedere spiegazioni a lui, se vuoi."

Quenlin impallidì vistosamente, con gli occhi spalancati. "No, no, va tutto bene" disse. "Sopporterò la sconfitta come un bravo scudiero e... ah... andrò a dare una mano agli altri con la barricata e basta, eh?" E camminò velocemente in quella direzione, senza guardarsi indietro.

Jian scosse la testa e rise. Non aveva alcuna idea del perché gli altri avessero così paura del vecchio Cavaliere - il Vecchio Leone come lo chiamavano gli scudieri. Quell'uomo non aveva mai disposto una punizione che non fosse meritata, in alcun modo. Duro, sì, e piuttosto cupo - ma giusto. Se si superava la linea, si sapeva esattamente cosa aspettarsi. Persino il suo cattivo umore era comprensibile; la sua Strega era morta. Era il sogno di ogni Scudiero essere scelto da una Strega, e perderne una era un duro colpo.

E se non si veniva scelti - ed era molto probabile che nessuno di quegli Scudieri lo fosse - l'addestramento offerto da un Cavaliere poteva valere il rango di ufficiale nell'esercito, o un'ottima posizione nel governo. Valeva la fatica. Era assolutamente possibile che uno degli Scudieri che stavano ora cercando di costruire una fortezza di legno decente come minimo avrebbe governato Timber alla fine dell'addestramento.

Jian scelse di non unirsi agli altri. Ognuno dei dodici Scudieri aveva una particolare specializzazione, qualcosa in cui era migliore degli altri. La metà del tempo era dedicata a quell'abilità; o ricevendo speciali istruzioni del Vecchio Leone, o insegnando agli altri tutto quello che potevano imparare di quell'abilità. Nel caso di Jian, era la scherma. Quella di Quenlin erano le relazioni sociali, e non era sorprendente. Lì fuori, le abilità di Jian erano molto più richieste di quelle del suo amico, quindi non era sorprendente che fosse più felice. L'unico uso della scherma a Centra era nei duelli. Jian si diresse alla grossa casa dove vivevano tutti, ora, per fare rapporto al Vecchio Leone.

*~*~*~*~*

Il 'Vecchio Leone' stava guardando fuori dalla finestra il lavoro dei suoi Scudieri. Non aveva molta fiducia nella bontà dell'animo umano; era abbastanza sicuro che se quei ragazzi non venivano controllati, almeno alcuni di loro avrebbero cercato di esplorare la città. Non considerava nessuno di loro ancora pronto per quello. Si voltò quando sentì aprirsi la porta alle sue spalle; come si era aspettato, era Jian.

Gli piaceva abbastanza Jian, almeno per quanto potesse piacergli qualcuno. A diciassette anni, aveva già la postura e sicurezza di sé di un adulto, ed era più maturo della sua età. Aveva i capelli lunghi, probabilmente per imitare il Leone stesso; capelli dritti e neri legati in una treccia unica che gli arrivava a metà schiena. Le sue fattezze orientali gli permettevano di cavarsela con colori personali più vividi della maggior parte degli Scudieri; l'emblema che aveva scelto era un dragone dorato su un campo scarlatto. Se fosse mai diventato Cavaliere, quell'emblema avrebbe adornato la sua spalla destra, come la Croce del Cavaliere rossa ornava la sua spalla sinistra. Una scelta strana, dato che la maggior parte degli Scudieri sceglieva un emblema che ricordasse loro il proprio addestramento; in quel senso, una testa di demone con le corna sarebbe stata più appropriata.

Il Cavaliere fissò il suo Scudiero, più o meno solo per vedere se il silenzio riusciva a turbare quel ragazzo. Fu compiaciuto di notare che non era così; alla fine, tutti gli Scudieri avrebbero avuto quella calma. Fece un cenno con la testa verso una sedia, concedendo allo scudiero il permesso di sedersi. Jian lo fece immediatamente, sempre guardando il suo leader.

"Come imparano?" disse il Leone.

Jian scrollò le spalle. "Quenlin capisce lentamente, signore, come si aspettava. Lan sta andando bene, Wilhelm e Stef hanno bisogno di lavorare di più sulla mano secondaria, Cori, Gavin e Tim non riescono a gestire le posizioni difensive, Dorin, Kyle e Elric continuano ad attaccare il mio scudo, e Twyl continua a far cadere la spada ogni volta che la colpisco."

"Quindi, secondo i tuoi standard, ho te e Lan - giusto?" disse il Cavaliere. Per chiunque altro il tono sarebbe stato accusatorio. Jian aveva imparato a interpretarlo come uno stuzzicare. Annuì.

"Per adesso, signore. Con i mostri nei paraggi sono sicuro che gli altri impareranno in fretta presto."

Il Cavaliere si alzò e andò al muro dove era stato appeso il suo scudo. Era abbastanza impressionante, come doveva essere lo scudo di un Cavaliere prescelto - non solo schemi dipinti su pelle indurita o acciaio, ma uno scudo di metallo sciolto con lo stemma inciso. Il suo stemma era un leone d'argento su fondo nero; la creatura si impennava come per colpire l'osservatore, e dove doveva esserci il cuore c'era incastonato un rubino. Come fosse riuscito a tenere la pietra visto le battaglie sopportate dallo scudo, o come fosse rimasta intatta la forma del leone, era la domanda che si facevano tutti - ma quelli erano i misteri che davano ai Cavalieri il loro potere. Sollevò lo scudo dai ganci e prese la spada. Si voltò verso Jian. "E tu? Come giudicherò te, Jian?"

Jian capì che significava: è giunto il tuo turno di essere battuto. Per essere libero dall'addestramento, uno Scudiero doveva superare due prove; una era sconfiggere il suo Cavaliere nella propria specialità, e l'altra era sconfiggere il suo Cavaliere nel campo in cui era peggiore. Con quelle regole Jian poteva non essere mai lasciato libero dall'addestramento; non aveva assolutamente orecchio per la musica. Prese la spada e lo scudo e seguì il suo Cavaliere fuori, sul campo d'addestramento. Tutti i lavori si fermarono; gli altri Scudieri amavano vedere Jian sconfitto nel suo stesso gioco - e il Vecchio Leone sapeva combattere.

I due entrarono nel cerchio della battaglia e si misero ai lati opposti della circonferenza. Le pratiche di addestramento erano governate da tradizioni più vecchie del tempo, per permettere a uno Scudiero di imparare a combattere senza soffrire ferite letali. Jian scelse di muoversi per primo; in quel modo, se per qualche miracolo avesse vinto, avrebbe contato per la sua libertà. Alzò la punta della spada dal terreno e la sollevò così da avere l'elsa appena sotto gli occhi.

"Io sono Jian del Dragone, e la sfido" disse, fendendo l'aria con la spada da un lato e poi riportandola a sé, per mettersi in posizione.

L'espressione del Cavaliere si fece ironica mentre ricambiava il saluto, comprendendo il ragionamento del suo Scudiero. "Io sono Leonhart della Strega Marie, e accetto la sfida" disse per completare la formula, e poi roteò la spada in un taglio sopra la testa che costrinse Jian a schivare.

Certo, se lanciava il guanto di sfida e perdeva... al suo Cavaliere non era richiesto di risparmiargli la vita. Il Vecchio Leone era rinomato come combattente superlativo. Jian si lanciò in un fendente laterale, solo per trovare la spada del suo avversario già lì a bloccarlo. Roteò la spada indietro, mirando alle gambe... bloccato anche lì. Dannazione, quell'uomo aveva più di quarant'anni. Non avrebbe dovuto essere così veloce.

Il Leone si mise sull'offensiva, allora, un colpo diagonale che avrebbe potuto staccare la testa a Jian - ma riuscì a parare per un pelo. Un veloce colpo di polso e mirava allo stomaco di Jian; questo saltò all'indietro e poi si slanciò in avanti, senza cercare di ferire, solo per tenere la spada fuori dalla portata dell'avversario fino a recuperare l'equilibrio. Funzionò quasi, ma il Leone parò semplicemente il fendente con lo scudo e si spinse dritto in avanti; con la spada tutta all'esterno e senza equilibrio, Jian cadde dritto sulla schiena, nella polvere.

Aveva perso, e abbastanza velocemente. Ma il Vecchio Leone non sembrava offeso. Invece di sfruttare il suo vantaggio, mise la spada nella sua guaina e offrì a Jian la mano per alzarsi. "Non ancora del tutto pronto per la Cavalleria" disse. "Ma un po' meglio. Ti occuperai del bucato da solo per le prossime settimane, per esserti sopravvalutato. Oltre ai tuoi doveri ordinari."

Gli altri Scudieri si ritrassero; avevano sentito rabbia e ne avevano paura. Jian no. Aveva superato la linea, osando sfidarlo, e ora ne pagava lo scotto. Ma il Vecchio Leone sapeva che era ciò che il suo Scudiero doveva fare per essere libero, un giorno, e non rivoltò quel tentativo contro di lui.

Avrebbe avuto tutto il giorno libero, avendo completato gli altri suoi doveri. Invece, mise con attenzione la spada nel fodero e si mise lo scudo sulla schiena, liberandosi le mani per portare i cesti del bucato. Il torrente più vicino era a un quarto di miglio, e c'erano mostri nei paraggi.

*~*~*~*~*

Carolin guardò la grandiosa mostruosità di legno, e si chiese per quale motivo al Cavaliere servisse così tanto spazio personale.

Il blocco privato era tranquillamente il più grande edificio di Timber, e sempre rumoroso, dato che dentro stavano lavorando. Lei e ogni altro residente nel raggio di un miglio o due sapevano trovare quel posto solo ascoltando il suono delle martellate.

Fino a quel momento, nessuno dei tredici uomini si era avventurato fuori dalla prigione che si erano costruiti. Carolin si avvicinava solo quanto bastava per osservare quel posto dalla cima di un albero, giusto nel caso che un Cavaliere troppo sensibile lasciasse la zona. Una Strega aveva molti vantaggi oltre alla mera capacità di usare la magia; tutti i suoi sensi erano più affinati, ed era fisicamente superiore a una persona media praticamente in ogni aspetto. Ma i Cavalieri - persino i Cavalieri le cui Streghe erano morte - sapevano essere incredibilmente astuti nel vedere quelle differenze, ed erano addestrati a gestirle. Se una Strega si faceva malvagia, un Cavaliere lo sapeva prima di chiunque altro, e sapeva cosa fare.

Carolin si chiese perché sua madre avesse pensato che questo l'avrebbe fatta sentire meglio. A lei sembrava un mettersi un collare al collo, e affidare il guinzaglio a un estraneo - e dire a quell'estraneo di ucciderti se ti ribellavi. Dopo tutto... se il Cavaliere lo sapeva prima di chiunque altro, cosa poteva fermare un Cavaliere corrotto dall'uccidere una Strega per stizza, e dire di averlo fatto perché era diventata malvagia? Chi avrebbe notato la differenza?

Guardò l'edificio e sospirò. Desiderò davvero di sapere come affrontare il fatto che esistesse. Questa era l'unica colonia sul continente; poteva andarsene, e forse trovare un posto tra le tribù aborigene fino a quando avrebbero scoperto che era una Strega e avessero cercato di metterla al rogo. O evitare del tutto l'umanità e vedere quanto sarebbe riuscita a vivere. Ma nessuna delle due prospettive aveva davvero molto fascino. Desiderò, non per la prima volta né per l'ultima, di non essere nata Strega. I suoi genitori non avevano traccia di magia nelle loro dinastie. Non c'era alcuna ragione per cui lei ce l'avesse. Non voleva disturbare nessuno, e voleva solo che, in cambio, nessuno disturbasse lei. Timber era stata ideale; persone quando lo voleva, silenzio quando ne aveva bisogno.

Ah. Lasciare in pace una Strega orfana, senza Cavaliere e sedicenne. Le persone semplicemente non pensavano così. Troppe persone avrebbero voluto ficcare il naso 'per il suo bene'. Carolin era abbastanza saggia da sapere che la magia era solo un motivo ulteriore; un po' di persone sarebbero semplicemente state interessate a una sedicenne orfana, se era abbastanza bella.

Lei sbatté le palpebre. Il cancello si apriva! Lottò contro l'istinto di nascondersi con la magia; oltre alla possibilità di perdere il controllo del potere, non aveva idea se chiunque stesse uscendo fosse addestrato a percepire la magia.

Oh, grazie a Hyne. Non era il Cavaliere; persino da lì poteva capirlo. A parte i capelli del colore sbagliato, e la treccia, dubitava che un Cavaliere si sarebbe fatto il bucato da sé. Chiunque fosse era quasi sepolto sotto i cesti del bucato.

Beh. C'era un unico posto dove poteva essere diretto; il fiume. Poteva scoprire quanto fosse sensibile quella persona - e se non era in grado di percepire la sua magia, poteva persino strappargli qualche informazione. Velocemente, si arrampicò giù dal tronco, e quando arrivò a terra corse al fiume.

Jian riuscì a portare tutti i cesti alla riva del fiume senza far cadere nulla, e trovò una grossa pietra liscia dove poteva lavare il bucato senza doversi preoccupare troppo del fango. Avrebbe dovuto accontentarsi dei rami per stendere i panni, però. Sospirò; le regole dicevano che gli abiti dovevano essere senza macchia e puliti, ma chiunque avesse scritto le regole probabilmente non aveva dovuto provare a fare il bucato nel letto di un fiume. Almeno Elric gli aveva descritto la radice da sapone, quindi non doveva lavorare così tanto. Elric aveva fatto il bucato molto più spesso di quando l'avrebbe mai fatto JIan.

Aveva diviso le ceste secondo il proprietario; prima la roba del Vecchio Leone, mentre gli occhi di Jian erano più freschi. Hyne solo sapeva cosa sarebbe successo se avesse lasciato qualche macchia sui vestiti del Leone; pasticciare nei compiti della punizione di solito significava qualcosa di doloroso, invece che qualcosa di umiliante. Mise lo scudo su un ramo a cui poteva arrivare, si legò di nuovo la spada alla schiena, lasciò cadere il cesto e si mise al lavoro.

Carolin notò la semplice croce nera sulla spalla del ragazzo; allora era uno degli Scudieri. Vestito in maniera piuttosto sgargiante per qualcuno lì; indossava scarlatto con i bordi d'oro. Dava una strana immagine; la ricchezza delle sue vesti contrastava con la semplicità del suo compito. Sorrise, chiedendosi se la famosa servitù dei Cavalieri arrivava davvero ai lavori di casa. Si diede uno scossone mentale; non era per questo che era lì.

Si avvicinò un poco, rimanendo nascosta, osservando per vedere se lui percepiva qualcosa di strano. Quando lui non diede segno di essersi accorto di avere compagnia, lei si avvicinò un poco, e ancora un po'...

Alla fine, dovette concludere che percepire le Streghe era un'abilità che il ragazzo non aveva ancora imparato. Stava prendendo il sole abbastanza comoda su una roccia a circa tre metri di distanza, e riuscì a guardarlo da lì per circa mezz'ora prima che si accorgesse di lei. Era piuttosto affascinante, in realtà, in una maniera quasi esotica. Non era certo insolito - dato che i Cavalieri venivano sempre scelti dalle Streghe, uno dei loro soprannomi era 'i bellissimi'. Sarebbe stato logico supporre che lo stesso valesse per gli Scudieri. Anche le Streghe erano sempre bellissime; anche se ricevevano il dono più tardi nella loro vita da un'altra Strega, la magia sapeva fare miracoli per praticamente tutto e su chiunque. La bellezza anzi era a volte usata per scoprire le Streghe che erano nate con il dono. Si chiese vagamente se ci fossero spettacoli di bellezza per gli uomini, a Centra.

Aveva anche un portamento notevole. Quando finalmente si accorse di avere compagnia, fallì completamente - e sfortunatamente - in una caduta comica nel fiume. Sobbalzò un poco, ma recuperò e le rivolse un inchino a tutti gli effetti dalla vita, abbastanza cortesemente dato che era nell'acqua fino al ginocchio e teneva quelle che sperava ferventemente fossero le mutande di un'altra persona. "Spero di non oltrepassare dei limiti, signora" disse educatamente "ma ho ordine di lavare queste cose, e sembrava un buon punto."

Questo era il colmo; Carolin rise. Sembrava un leader, qualcuno abituato a dare ordini, ma sembrava un ragazzo e aveva ordine di fare il bucato. Il contratto tra quello che sembrava e quello che era davvero era davvero troppo. "Oh, va tutto bene" rise. "Il fiume non è di nessuno. A dire il vero, c'è una storia che dice che il lago da cui nasce è infestato."

Lui guardò il fiume a monte, accigliandosi un poco. "Davvero?" disse. "Al Leone interesserà. Gli piace curiosare in posti simili."

Ah, opportunità. Lei sbatté le palpebre. "Serve un gatto?" chiese con fare innocente.

Lui la guardò in modo strano, con gli occhi castano scuro che sembravano leggermente demoniaci. "No" disse come se fosse ovvio. "Oh - non conoscete tutti i Cavalieri qui, vero? Hanno tutti soprannomi come questo." Si chinò e continuò a lavorare mentre parlavano. "Giusto perché lo sappia - e scommetto che lo saprà tutta la città - è Sir Leonhart della Strega Marie; l'ultima Imperatrice Strega. Molti di noi lo chiamano il Vecchio Leone, o il Leone. Se lo incontrerà mai, saprà perché."

Carolin finse nervosismo; non era davvero lontano dalla verità. "No, non penso di voler incontrare qualcuno con un soprannome come quello" disse. O chiunque possa percepire la mia presenza non appena arriva sulla terraferma. "Ma se è uno dei Cavalieri della defunta Imperatrice, perché mantiene ancora il titolo? Lei è morta, non è così?"

Lo Scudiero grattò laboriosamente una cappa grigio scuro. "Non ha alcun potere politico, no" disse con fare assente. "Ma mantiene il titolo fino alla morte. Ha ancora la maggior parte dei poteri di un Cavaliere, sa. Dato lo stato in cui si trova Centra, probabilmente avrebbe potuto mantenere la sua posizione come governatore della città ancora per qualche anno almeno, fino a quando la figlia di Marie nomina un nuovo Cavaliere per la sua vecchia città. Lui semplicemente non l'ha voluto. Quindi ha impacchettato tutto - incluso noi - ed è venuto qui."

"Ha impacchettato voi? Intende tutti gli Scudieri? Non poteva semplicemente lasciarvi andare o qualcosa di simile?" Sembrava strano lasciare la civiltà e una posizione di potere per portare dodici ragazzi alla frontiera.

Lo Scudiero fece una pausa per guardarla. "Se lei pensa che farebbe qualcosa del genere, allora davvero non sa nulla del Vecchio Leone" disse, e tornò a strofinare. "Se accetta di fare qualcosa, la fa. Niente ripensamenti. Si occupava di noi quando è morta Marie. Saremo suoi fino a quando supereremo l'ispezione o ci rinunceremo. Non abbandona una responsabilità che si è assunto."

Carolin si tolse i sottili stivali di pelle verde e mise i piedi nell'acqua; un leggero rischio, ma ormai era quasi sicura che questo Scudiero non potesse percepire nulla di insolito in lei. E sembrava orgoglioso del suo leader; quello le andava bene, dato che aveva bisogno di sapere il più possibile di una persona così sensibile. "Ha lasciato la sua vecchia città, ha detto, quando avrebbe potuto governarla ancora qualche anno. Non è un abbandonare una responsabilità, questo?"

"Senta, signora" disse lo Scudiero. "Non vado in giro a parlar male di Timber. Se comincia a parlare del Leone, scoprirà esattamente quanti problemi possono creare una dozzina di Scudieri. Ha lasciato il governo alla morte di Marie, va bene? Il suo contratto era finito. È la legge. Avrebbe potuto scegliere di restare, certo, ma era una scelta, non un obbligo."

Carolin alzò le mani in segno di resa. "Va bene, mi dispiace, mi dispiace!" disse. "Non volevo essere irrispettosa. Io sono di qui, ricorda? Non abbiamo niente di politico, da queste parti." Si fermò, guardandolo. "Lei è molto leale con lui, vero?" chiese.

Lo Scudiero fece un largo sorriso. "Sì" disse. "Lui fa questo alle persone. O lo si ama o lo si odia, molto semplicemente. Non devo dirle come ci sentiamo noi dodici."

Carolin lo guardò; si comportava come se lo avesse elogiato dicendo che era leale. Forse lo aveva fatto, anche se non era stata sua intenzione. Per lei, era strano che qualcuno potesse parlare così luminosamente di una persona che, probabilmente, lo aveva appena mandato a lavare parecchi vestiti al fiume. Il popolo di Timber aveva un grande senso dell'indipendenza. D'impulso allungò la mano guantata. "Io sono Carolin" disse.

Lui le strinse la mano. "Jian" disse. "Scudiero Jian del Dragone, sotto Leonhart."

Beh, non era una cosa saggia, ma almeno ora sapeva che lui non percepiva la magia. "Penso che mi limiterò solo a Carolin" disse con leggerezza. "Lo si riesce a dire in un respiro solo."

Lui ridacchiò un poco, tornando al lavoro. "È solo una questione di araldica" disse. "Gli Scudieri abbandonano il cognome e scelgono uno stemma unico, e questo diventa il loro nome fino a quando una Strega gliene assegna uno. Ho scelto il dragone" e indicò il suo scudo "e quindi sono 'Jian del Dragone'. Dato che sono ancora uno Scudiero, devo dire chi sto servendo durante l'addestramento, e si tratta del Vecchio Leone." Si fermò. "Deve parlare con Quenlin se queste cose la interessano" disse. "Lui è molto meglio di me nelle faccende di corte."

Non aveva idea idea di chi fosse Quenlin, ma di certo non tutti gli Scudieri potevano essere così insensibili alla magia. "No, grazie" disse. "Preferisco saperlo da lei, se per lei va bene."

Lui alzò la testa per guardarla, sorridendo mentre si spostava la lunga treccia nera sulla schiena. "Non ha idea di quanto sarà deluso quando glielo dirò" disse. "Solo stamattina mi seccava perché socializzassi, e adesso socializzo durante la mia punizione."

Carolin sorrise a sua volta, ma non aveva ancora finito con le domande. "Allora, se lei è 'Jian del Dragone', allora Leonhart 'di che cosa' è? O sarebbe troppo lungo da dire?"

"Questo è il suo 'di che cosa', come ha detto lei" disse Jian, mettendo l'ultimo cesto di abiti sporchi nel fiume. Finalmente lava i suoi panni. "Una volta era qualcos'altro, molto tempo fa. Un specie di 'qualcuno di qualcosa'. Beh, si dice che una volta abbia salvato la vita della Strega Marie. Qualcosa di grosso, sa, a guardare in faccia la morte e cose del genere. Qualunque cosa fosse - e posso raccontarglielo in almeno sedici versioni diverse - impressionò davvero Marie. Lei gli fece un anello usando il suo potere, e glielo diede come una specie di ringraziamento personale. Ce l'ha ancora al dito, davvero impressionante se lo vede. Ha un leone inciso sopra." Sorrise, orgoglioso del riconoscimento ricevuto dal suo leader. "Comunque, lo scosse nel profondo questo gesto, e cambiò il suo nome in Leonhart, e scelse come stemma il leone che attacca. Sono davvero un po' sorpreso che non l'abbia mai sentito dire, anche qui. Lo si raccontava per tutta Centra."

Carolin scosse la testa. "Non sappiamo molte cose di quel tipo, qui" disse disinvolta. "Non ci sono stati Cavalieri prima d'ora, né Scudieri, e c'era anche pochissima possibilità di averne. Quindi... 'Leonhart'? Non 'lionheart'?"

"Vecchia grafia" disse Jian. "Stesso significato, però. Inoltra ha un aspetto più bello. Comunque, se lo incontrasse, scoprirebbe che è un po' tradizionalista. Ha scelto il nome per onorare quel dono, non i suoi successi."

E Jian era davvero, profondamente invidioso; Carolin lo poteva vedere. E voleva che lei incontrasse il Cavaliere, per provare che grande uomo fosse davvero. Carolin non aveva assolutamente intenzione di farlo. Probabilmente poteva percepirla anche se era a svariati metri di distanza dal suo fortino.

Jian si alzò, e iniziò a raccogliere gli abiti puliti nei vari cesti dai rami su cui li aveva appesi. "Beh, ho finito il mio lavoro per il primo giorno" disse. "Grazie per avermi tenuto compagnia; devo farlo per le prossime settimane e non era qualcosa che non vedevo l'ora di fare." Esitò. "Uhm... ci sarà domani?"

Carolin sorrise; era abbastanza sicuro, sembrava. "Certo" disse. Sarebbe stata occupata a dire ai cittadini cosa le aveva detto lui, così che gli Scudieri avrebbero creduto che lei fosse una paesana quando finalmente fossero usciti dal loro recinto, ma ne valeva la pena. "La cercherò qui, se per lei va bene."

"Mi sembra ottimo. Grazie, Carolin." Impilò i cesti, e tornò attentamente alla casa del suo padrone. Carolin si asciugò i piedi, si rimise gli stivali e si diresse in città. Armata di tutto ciò che le aveva detto Jian, probabilmente poteva scambiare l'informazione con un po' di cibo più interessante. Il coniglio non era male, ma diventava tremendamente noioso dopo qualche mese.

*****
Nota della traduttrice: ogni recensione e commento, anche in messaggio privato, sarà tradotto e inviato all'autrice, e ogni eventuale risposta verrà poi riportata qui. Per chi volesse tenersi aggiornato sulle mie traduzioni (in questo e altri fandom), lascio il link alla mia pagina facebook (dove segnalo sempre quando aggiorno) e alla mailing list. Alla prossima! - Alessia Heartilly

Devi login (register) per poter lasciare un commento.