Laundry day by Phoenix DeFuego
Summary: Anche ai ninja servono vestiti puliti. Naruto pensava che fosse solo un'altra serata di bucato, ma scopre qualcosa di inaspettato quando incontra il suo rivale.
Categories: Fanfiction Translation Center, Anime e Manga > Naruto Characters: Naruto, Sasuke Uchiha
Generi: Commedia
Linee temporali: Nessuno
Avvertimenti: One-shot, Traduzione
Challenges: Nessuno
Series: Nessuno
Chapters: 1 Completed:Word count: 2246 Read: 16051 Published: 30/10/16 Updated: 30/10/16

1. Laundry day by Phoenix DeFuego

Laundry day by Phoenix DeFuego

Disclaimer: Naruto e i suoi personaggi sono proprietà di Masashi Kishimoto e vengono qui utilizzati senza scopo di lucro. Nessuna violazione del copyright è pertanto da ritenersi intesa.

LAUNDRY DAY
scritta da Phoenix DeFuego, tradotta da Alessia Heartilly

Naruto sospirò, aprendo la porta di vetro con la schiena, con le braccia avvolte intorno a una grossa cesta di vestiti sporchi. Quella giornata era stata davvero lunga. Iniziava a essere frustrato a fare tutte quelle missioni di rango D e C, e quelle della giornata, a badare al giardino e ad aggiustare la traballante vecchia casa di una vecchina, erano state particolarmente sfiancanti, per non dire noiose. La cosa positiva era che aveva potuto passare la giornata con Sakura, quindi non era stata una perdita totale.

Naruto era davvero stanco e non aveva proprio voglia di fare il bucato quella sera, ma non aveva più vestiti puliti, quindi non aveva molta scelta. Quando faceva il bucato, aspettava sempre fino a sera tardi, quando la maggior parte della gente era a casa a cena, e lasciava la piccola lavanderia vuota e libera da quegli sguardi d'odio che riceveva sempre dai paesani. Voltandosi e lasciando che la porta si chiudesse, socchiuse gli occhi e spalancò la bocca in un broncio di pura irritazione. Perché mai c'era lì quel cretino, pensò Naruto mentre guardava dei capelli neri ritti in piedi. Si chiese se dovesse semplicemente voltarsi e andarsene. Guardando la cesta piena di vestiti stropicciati, sospirò.

Sasuke era seduto su una sedia di plastica dura, con le gambe incrociate e il naso sepolto in un libro, mentre aspettava che la lavatrice a gettoni finisse il lavaggio del suo primo carico di bucato. Era seduto accanto a un lungo tavolo a qualche metro dalla fila di lavatrici e le due di asciugatrici, spinte le une contro le altre dietro il il tavolo e la fila di sedie. Naruto sbatté la sua cesta di vestiti contro il tavolo e guardò di traverso il suo solitario compagno di squadra.

"Che ci fai qui?" gridò indignato, indicando il ragazzo con fare accusatorio e con il mento spinto in avanti per la rabbia. La presa di Sasuke sul libro si allentò, e fissò il fastidioso biondino con la coda dell'occhio e un'espressione sul viso che chiedeva chiaramente se Naruto fosse davvero così imbecille. "Scemo!" urlò Naruto. "Non dovresti essere a casa a fare... quello che fai a casa?" gridò in maniera petulante. "Va' a fare il figo dal tuo fan club o cose così!" L'occhio sinistro di Sasuke cominciò a muoversi per l'irritazione data da Naruto, e quando il ragazzo ebbe finito di urlare, chiuse il libro con più forza del necessario e lo guardò di traverso.

"Che diavolo di problema hai, cretino?" gridò Sasuke. "Se non ti piace il fatto che faccio il bucato come tutti allora vattene!" Quasi ci avesse pensato dopo, aggiunse sprezzante: "ero qui prima io". Naruto ruggì di rabbia e i due si guardarono con occhi omicidi, i corpi tesi e pronti a combattere. Il pugno di Naruto tremava per l'adrenalina che gli correva nelle vene. Non lo capiva, ma c'era semplicemente qualcosa in Sasuke che gli faceva venire voglia di battersi con lui quasi ogni volta che lo vedeva. Si concentrò sui capelli neri di Sasuke e decise immediatamente che non era per quello; non gli importava com'erano i suoi capelli. Forse era il suo naso. No, nemmeno il naso. Forse era qualcosa della sua bocca. Sasuke si fece sospettoso e si chiede a che cosa stesse pensando Naruto, mentre lo scemotto biondo continuava ad esaminarlo così intensamente.

"Cosa stai leggendo?" La semplice domanda era priva di rabbia, e Naruto si rilassò all'improvviso, mentre la rabbia veniva prontamente sostituita dalla curiosità. Sasuke si sentì come se qualcuno gli avesse appena rovesciato in testa un secchio d'acqua fredda. Era così stupefatto dall'improvviso cambio di atteggiamento di Naruto che gli ci volle più del solito per capire cosa esattamente gli avesse chiesto.

"Non sono affari tuoi!" rispose sulla difensiva, stringendosi il libro al petto.

"Dai!" piagnucolò Naruto. "Dimmelo e basta!" lo pregò avvicinandosi, cercando di sbirciare la copertina.

"No!" rispose Sasuke, allontanandosi dal ragazzo.

"Perché no?" domandò l'altro offeso.

"Perché non sono affari tuoi!" rispose con rabbia Sasuke, facendo del suo meglio per nascondere il libro. "E poi sei troppo stupido per capire, comunque" ringhiò Sasuke.

"Invece no!" gridò furioso Naruto. "Scommetto che è un porno, vero? Sei uno sporco maiale proprio come Kakashi!" lo accusò, infantile.

"Non sono un maiale!" gridò Sasuke saltando su dalla sedia, dimenticando completamente di nascondere il libro a Naruto per la rabbia. Naruto guardò velocemente il libro in mano a Sasuke e quasi si piegò dalle risate.

"Poesia?" rise forte. Sasuke si accorse in ritardo dell'errore e nascose in fretta il libro dietro la schiena arrossendo violentemente.

Sasuke si imbronciò e borbottò: "ridi solo perché sei troppo stupido per capire la poesia".

"Non sono stupido!" sbottò Naruto, dimenticando del tutto l'allegria per il disagio di Sasuke. "Smettila di dirlo, non è vero!" gridò con rabbia.

"Sì invece!" ribatté Sasuke. "L'unico motivo per cui siamo anche solo nella stessa squadra è che tu hai i punteggi più bassi della classe, perdente!"

"Non sono un perdente!" ringhiò Naruto lanciandosi su Sasuke. Gli occhi di Sasuke si allargarono per la sorpresa ed evitò a malapena l'attacco goffo di Naruto, finendo a sbattere contro il tavolo. Naruto si allungò per prendere il libro che Sasuke stava nascondendo, e l'altro riuscì a tenerlo appena fuori dalla sua portata alzandolo sopra la testa. "Dammelo!" ordinò con rabbia Naruto.

"No!" abbaiò Sasuke stringendosi il libro al petto e voltandosi con un gesto fluido. Sfortunatamente mentre si girava e cercava di allontanarsi da Naruto nello stesso momento, perse l'equilibrio e cadde contro il tavolo. Naruto bloccò velocemente Sasuke contro il tavolo e gli prese con forza le spalle, cercando di costringerlo a rotolare di fianco giusto quanto bastava per prendere il libro incastrato tra il tavolo e il petto del ragazzo.

"Dammi il libro!" gridò Naruto.

"No!" urlò con tono di sfida Sasuke.

"Dammelo!"

"No!"

"Oh mamma!"

Entrambi smisero immediatamente di lottare e girarono la testa di scatto verso l'ingresso, in perfetto unisono. Sulla soglia c'era una vecchietta che sembrava orripilata, con una piccola cesta di vestiti in mano e un forte rossore sul viso rugoso. Tossì e distolse velocemente lo sguardo.

"Io, ehm... io, ecco... tornerò dopo. Divertitevi, ragazzi!" disse imbarazzata prima di lanciarsi fuori dalla porta con tutta la velocità che le permettevano le vecchie gambe. Sasuke diventò completamente rosso per l'imbarazzo quando si accorse della posizione in cui si erano messi.

Si nascose dietro i lunghi capelli e ringhiò: "togliti di dosso".

"Eh?" domandò Naruto, senza capire affatto cosa era appena successo.

"Togliti di dosso!" gridò Sasuke mentre ficcava il tacco nel piede di Naruto. Il ragazzo ululò di dolore e iniziò a cadere all'indietro. Prese le cose più vicine a lui per recuperare l'equilibrio. Sfortunatamente capitò che quelle cose fossero il retro della maglia di Sasuke e il suo cesto del bucato. Sasuke tossì e venne strattonato all'indietro, mentre la cesta del bucato cadde a terra. Naruto cadde con forza sul sedere, e i vestiti di Sasuke uscirono dalla cesta rovesciata.

Un piccolo lucchetto d'argento cadde a terra e rimbalzò sul pavimento, fermandosi a pochi centimetri dai ragazzi. Naruto guardò affascinato mentre la sorpresa, la paura, il sollievo e poi l'orrore danzavano sul viso di Sasuke in rapida successione. I loro occhi si incontrarono e Sasuke lo fissò come se fosse stato intrappolato in un orribile genjutsu. I secondi sembrarono ore mentre si fissavano l'un l'altro. All'improvviso Naruto sorrise, e il panico riempì le vene di Sasuke. Entrambi si lanciarono verso la collana, ma Naruto riuscì a prenderla per primo dato che era più vicino al lucchetto a forma di cuore. Sasuke guardò con orrore il ragazzo che si alzò in piedi trionfante e si faceva girare la collana sul dito.

"Ridammela!" gridò, maledicendo il fatto che la sua domanda sembrava più una supplica.

"Ah ah ah! Sasuke ha una ragazza!" lo canzonò Naruto. "O forse è tua? Ahahaha! Sasuke indossa gioielli da ragazza!" disse ridendo forte.

"Smettila di farla girare!" gridò nervosamente Sasuke mentre Naruto continuava a giocare con la collana. L'altro gli fece una linguaccia, e Sasuke si sentì balzare il cuore in gola quando Naruto la gettò in aria. Prese la collana e rise in faccia all'altro ragazzo. "Basta! ...Per favore!" gridò Sasuke, con la voce che tremava di paura. La risata di Naruto gli morì in gola, e tutta l'allegria scomparve mentre osservava l'atteggiamento di Sasuke. Aveva il corpo rigido e gli occhi pieni di terrore fissi sulla collana che Naruto teneva in mano. Sasuke deglutì il nodo che aveva in gola e supplicò: "ridammela, per favore. È... è di mia madre".

Naruto spalancò gli occhi per la sorpresa e sentì un dolore brusco nel cuore. Fissò la collana d'argento che teneva in mano, meravigliato. Quella collana apparteneva alla mamma di Sasuke. All'improvviso si sentì pieno di colpa e vergogna. La collana era probabilmente l'unico legame rimasto di Sasuke con sua madre, e Naruto l'aveva fatta girare come fosse un oggetto senza valore.

Aveva dimenticato. Naruto aveva dimenticato che Sasuke era solo al mondo quanto lui. Sasuke era così popolare, e lavorava sempre duramente senza lamentarsi delle loro missioni, a prescindere da quanto fossero facili o noiose. Aveva dimenticato che Sasuke conosceva il dolore della solitudine. Se quella collana lo aiutava ad alleviare un po' di quel dolore, allora non aveva nessun diritto di togliergliela. Con le spalle chine e la testa abbassata per la vergogna, Naruto si mise davanti a Sasuke e gli allungò la catenina d'argento.

"Scusa" borbottò, con la voce piena di senso di colpa. Sasuke la prese in silenzio, incapace di guardare il ragazzo pieno di rimorsi. Rimase bloccato lì mentre Naruto prendeva i suoi vestiti sparsi da terra e li rimetteva nella cesta. Posò la cesta sul tavolo e guardò la schiena di Sasuke con il rimpianto che luccicava nei suoi tristi occhi azzurri. Sasuke rimase fermo come una statua e Naruto abbassò gli occhi ai piedi. Sospirò e cominciò svogliatamente a mettere i suoi vestiti in una lavatrice separata da due altre macchine da quella che usava Sasuke. Un forte sibilo riempì la stanza silenziosa, e Sasuke guardò la lavatrice con i suoi vestiti bagnati.

Aveva voluto così tanto picchiare Naruto, ma era stato così sollevato quando gli aveva ridato la collana che si sentiva come se qualcuno gli avesse risucchiato le energie. Non aveva provato a riprenderla con la forza perché aveva avuto paura che si rompesse nella lotta. Sospirò, mentre la tensione abbandonava i suoi muscoli, e posò attentamente la collana sul tavolo. I ragazzi lavorarono in silenzio, sena badare l'uno all'altro, ma dolorosamente consapevoli della presenza dell'altro. Non ci volle molto prima che Naruto annegasse nella noia. Continuava a guardare la collana sul tavolo, e la colpa tratteneva il suo lato giocoso dallo stuzzicare ancora Sasuke. Sasuke era tornato a leggere il suo libro di poesia, e Naruto si era già stancato di contare le mattonelle del soffitto mentre aspettavano che i lavaggi finissero.

"Allora..." strascicò Naruto dopo un lungo silenzio. Sasuke resistette alla tentazione di sorridere alla sua voce. Era impressionato che il ragazzo fosse riuscito a stare seduto fermo e in silenzio per tutto quel tempo. "Anche quello era suo?" domandò piano Naruto, indicando il libro. Sasuke si tese sentendo quella domanda e rifletté se rispondere davvero al suo irritante compagno di squadra, oppure no. Senza davvero aspettarsi una risposta, Naruto grugnì scivolando sulla sedia e fissando il soffitto con le mani incrociate dietro la testa.

"No." Naruto lo guardò sorpreso con la coda dell'occhio. "Era di mio padre" rispose Sasuke. Naruto continuò a guardarlo per qualche minuto prima di chiudere gli occhi.

"Hey, Sasuke" disse dopo un altro lungo silenzio. "...Vorresti... leggermelo?" domandò con un po' di nervosismo, sperando che Sasuke non ridesse di lui o lo insultasse. All'inizio Sasuke fu colto alla sprovvista da quella richiesta. Gradualmente sorrise, e lo schernì mentalmente quando si accorse che Naruto doveva morire di noia se voleva che gli leggesse della poesia. Naruto sospirò quando non ebbe risposta, e si rimproverò per averlo anche solo chiesto. Sapeva che era un'idea stupida.

"Ah, la bellezza che i miei occhi hanno visto..." Il suono improvviso della voce di Sasuke distolse Naruto dai suoi pensieri cupi, e guardò sorpreso il giovane ninja che continuava a leggere. "...Eppure le parole mi mancano ancora, perché ciò che ha fatto cantare il mio cuore istupidito mi ha incenerito la lingua." Naruto sorrise lentamente, e fissò gli occhi su Sasuke mentre questo leggeva. Si sistemò nuovamente sulla sedia e sorrise mentre Sasuke leggeva ad alta voce il libro di poesie di suo padre. Naruto decise che, in fin dei conti, gli piaceva il giorno del bucato.

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Nota dell'autrice: beh spero che vi sia piaciuta! La poesia che legge Sasuke è un piccolissimo estratto da una delle poesie di mio padre. Grazie per aver letto e per favore, per favore, per favore lasciatemi una recensione per dirmi cosa ne pensate. :)

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Nota della traduttrice: ogni recensione e commento, anche in messaggio privato, sarà tradotto e inviato all'autrice, e ogni eventuale risposta verrà poi riportata qui. Per chi volesse tenersi aggiornato sulle mie traduzioni (in questo e altri fandom), lascio il link alla mia pagina facebook (dove segnalo sempre quando aggiorno) e alla mailing list. Alla prossima! - Alessia Heartilly

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